“Vado al massimo, vado in Messico, vado a gonfie vele“…O forse no? Sono amichevoli, non contano, sono amichevoli sì, ma sono anche il prologo iniziale di un discorso che durerà un’annata intera?

Primo impegno internazionale, la Lazio guadagna una vittoria pirotecnica e per nulla scontata sul campo del Bournemouth. Il 4-3 inflitto agli inglesi porta con sé parecchie conferme per Inzaghi. Anche le dolenti note, dolenti ma non catastrofiche, o meglio non ancora.

IL CALCIO BELLO

Una conferma su tutte: Joaquin  Correa che apre e chiude il bottino biancoceleste. L’argentino si diploma capocannoniere dell’estate laziale con 12 reti. Il Corriere dello Sport infatti nell’edizione odierna, pone l’attenzione proprio sulla nuova stellina laziale. Protagonista unico del match,  il Tucu dopo un inizio nella scorsa stagione in chiaroscuro, ha conquistato definitivamente il campo e si è arrogato la titolarità come fosse un suo diritto naturale.  Simone Inzaghi ha visto nascere la sua nuova stella.

DOLENTI NOTE

Vavro è arrivato in fretta e furia per andare a rinforzare un reparto che si basava esclusivamente sul buon caro Francesco Acerbi. L’esperimento è riuscito? In questa pre-season, il calciatore titanico, custodia di Stefan De Vrij, non ha lasciato di stucco e la difesa si è dimostrata troppo ballerina. Niente di nuovo insomma. Possibile che pur cambiando gli interpreti non cambia l’effetto finale? La retroguardia deve fare passi avanti.

Contro il Bournemouth la terza linea biancoceleste è apparsa distratta e poco reattiva. In occasione del secondo gol degli inglesi,  anche Strakosha ha rivelato qualche pecca di troppo, ma le disattenzioni e gli errori grossolani, sono da imputare in maggior parte a Vavro.

Non è un segreto per nessuno che, lo scorso anno, la difesa biancoceleste figurava come la seconda peggiore del campionato. E se fosse vero il detto “il miglior attacco è la difesa”,  una squadra con l’obiettivo di agguantare il quarto posto deve assolutamente mettere a fuoco la realtà.

Vavro è un bravo ragazzo, Vavro si impegna, nelle prime amichevoli ha cercato la sintonia coi compagni di reparto, ma forse non è propriamente il calciatore “chiavi in mano” che Inzaghi aveva creduto. Cosa deve imparare? A giocare sulla sua fisicità, di per sé già un bonus e deve farlo non solo su Lulic.

Tra poco finirà la fase “precampionato” ed arriverà il momento di fare sul serio. La linea davanti a Strakosha risulta ancora quella più incerta, resa ancora più incerta dal mercato ove non si riesce a piazzare Wallace, non si capisce il destino di Bastos e solo nell’eventualità di un addio doppio, allora la società penserebbe ad un nuovo innesto. Cipriano, ultimo arrivato, è troppo giovane, o almeno così è considerato, perché da noi se non hanno minimo 30 anni non ce li volemo.

Intanto Denis (Vavro) il gigante, ascolta il mister e cercherà di usare la stazza in primis per poi inserirsi nello scacchiere.

DAL CENTROCAMPO ALL’ATTACCO

Badelj, Badeljssimo me, è in bilico tra il ripensamento di Inzaghi che lo vorrebbe tenere e la voglia di tornare protagonista come fu con la Fiorentina. Forse se non lo si lasciasse ammuffire in panchina si rivelerebbe molto di più che una sostituzione last-minute per Leiva.

Al di là della permanenza di Caicedo, la Lazio necessita di una ventata d’aria fresca in attacco. Ciro continua a non essere baciato dalla fortuna, la Dea bendata guarda altrove, Correa offre spettacolo sì, però ai biancocelesti urge una “punta punta”, dimenticare Llorente 34 anni, 3 mln e mezzo di ingaggio…. Non confermo e vado avanti.

Si mormora che Tare non abbia del tutto abbandonato il mercato e stia buttando l’occhio qui e lì. Si sarà convinto che per fare ‘sto benedetto salto di qualità, anche il reparto offensivo deve sottoporsi ad una ristrutturazione? Magari piccola, magari…. 

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